Viaggio visionario in viola
“Viaggio visionario in viola” è tratto dai “Canti Orfici” di Dino Campana (1885-1932). Campana è uno dei poeti del primo novecento più discusso e commentato ed ha profondamente diviso le opinioni di intellettuali e critici letterari. La sua lirica trova fonte e ninfa vitale dalla forza espressiva del suo animo ribelle ed irrequieto che lo porterà a varcare i confini di una quotidianità che egli giudica troppo stretta ed opprimente per poter essere accettata. E’ un disadattato: dalla madre riceve una educazione castrante e punitiva, la carriera militare non fa per lui, gli studi universitari non saranno portati a termine. Viaggerà spesso in Europa e oltre oceano per appagare il suo bisogno primario di scoprire, di sentire, di oltrepassare il limite. Il suo carattere impulsivo e focoso non giocherà a suo favore come del resto la sua malattia che lo porterà ventenne a varcare per la prima volta la soglia del manicomio. Neanche l’amore passionale e corrisposto con la poetessa Sibilla Aleramo gioverà al suo equilibrio e alla sua serenità. Frequenti i loro litigi che spesso fanno temere l’irreparabile.
Unica sua testimonianza creativa in cui trova riparo e conforto sono i ”Canti Orfici” che hanno lasciato una traccia indelebile su tutta la poetica del novecento. A dispetto di tutto e di tutti egli va oltre la parola, la trasforma in immagine e poi in una melodia che arriva diritta al cuore senza filtri. Chiudendo gli occhi si ha la sensazione di essere trasportati in una dimensione surreale quasi onirica in cui ombre, luci, figure umane e cose vengono trasformate, sublimate e a volte distorte. A trentatré anni viene ricoverato presso l’ospedale psichiatrico situato nella Villa di Castelpulci presso Scandicci (Firenze) e lì rimarrà fino alla morte.
Lo spettacolo si avvarrà anche della presenza sul palco del Lab Trio Jazz capitanato da Davide Palladin chitarrista e compositore di una partitura musicale capace di accompagnare la parola che si fa immagine, esaltandone il colore ed assecondando il dolce fluire delle emozioni. Il nostro intento è quello di ricreare una sorta di “viaggio emozionale” appunto dove anche la scelta delle luci contribuisce ad esaltare l’effetto voluto. Non consueta infine l’idea di diffondere nell’aria profumi con l’intento di risvegliare anche il nostro senso olfattivo, custode dei ricordi più intimi e profondi.
Trio Lab Jazz
Davide Palladin, chitarrista, insegnante e compositore, studia Jazz presso i Conservatori di Adria prima e Ferrara poi. Partecipa a molti corsi di perfezionamento (Siena Jazz, Isola Jazz, Tuscia Jazz, Barry Harris New York City Workshop…) dove ha la possibilità di frequentare le lezioni di alcuni tra i più rinomati musicisti Italiani e Internazionali. Collabora con svariati artisti di tutto il Triveneto, svolgendo attività concertistica prevalentemente in ambito jazzistico.
Nicola Barbon si avvicina al basso elettrico nel ’94 studiando prima da autodidatta e, in seguito, con Patrick Djivas (Area e PFM). Passa al contrabbasso nel 2006 studiando privatamente con Beppe Pilotto e, successivamente, presso il Conservatorio “Buzzolla” di Adria con Paolo Ghetti. Partecipa a seminari e workshop con Buster Williams, William Parker, Ben Allison e Barry Harris. Attualmente si dedica all’insegnamento e all’attività concertistica sia in Italia che all’estero.
Francesco Franzoi si accosta al jazz grazie a Maurizio Caldura. Affina la sua tecnica e qualità artistica frequentando diversi seminari tra i quali, particolarmente interessanti, quelli con Massimo Faraò. Incisivo lo studio con Byron Landham, Albert “Tootie” Heart e Joe Chambers. Batterista del Jazz Lab Trio e del Fat Jazz 4et collabora frequentemente con musicisti locali.