Testi dei brani
Foglia
La foglia caduta dal ramo
A terra vuol metter radice
Poi il vento la spinge lontano
ma dove nessuno lo dice
Un viaggio che non lascia traccia
A cui l’uomo cura non pone
Stremato per la dura caccia
Al limite di un burrone
Una storia che non fa presa
Vale una rima baciata
Di chi da e non ha pretesa
Sostegno per ogni giornata
Così fosse la vita spesa
Per poi passar senza rumore
Resti la candela accesa
Sulla rosa che non muore
La fine di un amore
E non troviamo più niente da dire
E non c’è altro che vorremmo sentire
Un insulto e poi il tuo lato migliore
Degna chiusa per una storia incolore
Ripasso la solita scaletta degli errori
Sentirti dentro mentre eri già fuori
Volerti addosso e cullare un progetto
Finito ormai nel limbo di un cassetto
La sveglia il caffè la prima sigaretta
Il tempo di vestirsi e sono già di fretta
Rimbalzano le idee che lottano tra loro
Mentre mangio la strada che porta al lavoro
Un vuoto da colmare un bisogno innato
Una carezza respinta un bacio non dato
Il mondo sembra essere insensibile al dolore
Di certo non codifica le questioni d’amore
Affondo ed è piacevole lasciarsi andare
Un’isola sperduta inghiottita dal mare
Vengo con violenza rigettato al presente
Ma all’appello della vita risulto assente
Vorrei averti qui sfogare il mio rancore
Gridarti che ho bisogno ancora del tuo amore
Ma al pensiero audace non segue l’azione
E resto muto e chiuso in questa mia prigione
Il tempo che passa e cambia le stagioni
Portandosi via i torti e le ragioni
gli amici di sempre su cui poter contare
il senso di vuoto da metabolizzare
mani da sfiorare labbra da baciare
il cuore che batte una lacrima da asciugare
la vita impone il coraggio di lottare
il senso dell’esistere in fondo è rischiare
La terra trema
Trema la terra trema dicono sia normale
Non è una condanna o un fatto personale
Ma i morti le macerie non contano meno
E del dolore che scorre l’animo è pieno
Trema la terra trema spacca rompe e taglia
Forza che dal profondo poggia sulla faglia
Un cupo presagio e un latrare di cani
Un triste destino che cambierà il domani
Trema la terra trema è cupa la sua voce
Lamento di pietra da monte fino a foce
I secondi segnano il livello del terrore
Colto sullo sguardo bloccato dallo stupore
Trema la terra trema su chi è sopravvissuto
Sui sogni andati su quanto si è perduto
risorgeranno le chiese le case i ponti
nuova vita scorrerà tra vallate e monti
Trema la terra trema non sarà mai lo stesso
Per chi vuole restare tutto sarà diverso
Fatica sudore la stagione inclemente
E’ il cuore che da forza alla mia gente
Nell’ultimo respiro
Le tue unghie graffiano e lasciano il segno
Ma non fanno male non ora non più oramai
Il balordo per la strada unico suo regno
canta sbronzo di come senza pudore ti dai
Io rido al pensiero delle tue larghe cosce
Che per giorni e giorni mi hanno soffocato
E brindo alla gran troia che ognuno conosce
Ad averti in fondo quanto mi è costato
Quattro soldi spesi per potermi illudere
Fumo di continuo non conto più i bicchieri
Godo la fanciulla è prodiga di piacere
Mi svuoterà anche l’ultimo dei miei pensieri
Ho un biglietto per un posto sola andata
Là non ci sarà spazio per ragione e cuore
Soltanto mi brucia un’esistenza sprecata
Averti voluta e scambiata per un fiore
Se n’è andata la ragazza pelle di luna
E con lei la paura di una vita futura
E’ giunto il tempo cambierà la mia fortuna
Quando entrerà la luce dentro queste mura
Nell’ultimo respiro vorrei mi rimanesse
Memoria di una donna stampata in viso
Che mi ha dato tanto e mai che mi chiedesse
Uno sguardo un bacio l’ombra di un sorriso
Il perdente
Ho bandito il mio futile cervello
Svuotato i cassetti della memoria
E sprangato i portoni del castello
Per bearmi della mia fittizia gloria
Ho ubriacato il dono del dolore
Traviato il sacrificale agnello
Drogato ogni pretesa del mio cuore
Gettato via il più piccolo fardello
Perché di nulla in vero ho bisogno
Non certo del pensiero che da tormento
Non del cuore che richiede il suo pegno
Non di ogni vana azione che tento
Ecco il vuoto partorisce l’assenza
In questa dimensione innaturale
Stona di certo la mia grave presenza
Come l’accordo in “la” venuto male
E guardo l’altro me stesso ciondolare
In un vortice di danza logorante
Che frusta fino a farmi sanguinare
E cadere come un sacco pesante
Coperto del mio sangue purificato
Sulla torre sto per spiccare il volo
Trasformato in un cavallo alato
Grido al mondo un ultimo assolo
L’opinionista
Il nostro niente amato bontempone
allo specchio durante l’abluzione
storpiando una gradevole canzone
Un folle obiettivo ecco si pone
“Riscattare la sua grigia condizione
Sofferta con dolore e frustrazione”
Così per aver ammirazione
Da ad ogni fatto la sua versione
Che nessuno però ha mai richiesta
C’è chi dice un po’ stizzito per protesta
Ma incurante della obiezione
Non recede d’un passo il gran Solone
Amo’ te lo vojo di
Guarda comme se fa
Me sfogo cuscì me sento mejo
Vuol imporre la sua opinione
Tanto forte di anni e posizione
L’ignoranza è noto sposa l’arroganza
all’ara della pubblica intolleranza
Con cipiglio scrive e poi commenta
Per una platea folta ma non attenta
E con l’impeto della veemenza
Ripudia prudenza e intelligenza
Con livore ignorando la clemenza
Emana senza appello una sentenza
Che condanna l’ignaro omo sventurato
Ad esser torturato ed impiccato
Amo’ te lo vojo di
Guarda comme se fa
Me sfogo cuscì me sento mejo
Puntuale ecco il successo atteso
I “bene!”, “bravo!” del popolo vilipeso
Il quale senza poi dare tanto peso
Gradisce se qualcuno viene appeso
Esaltato dal consenso detto buffone
Non vuol perdere certo l’occasione
Di offrire a quel popolo di beoni
Gli strali delle sue maledizioni
E al culmine della eccitazione
Accecato dalla sua vocazione
Certo di ottener considerazione
Spara a un moscerino con il cannone
Amo’ te lo vojo di
Guarda come se fa
Me sfogo cuscì me sento mejo
Forse domani
Portami via da questa triste malinconia
Basterebbe un tuo sorriso per scacciala via
Non ti chiedo molto sai una cosa da poco
Senza impegno come fosse solo un gioco
Solcherei le onde come un grande veliero
Veloce come veloce vola il pensiero
Basterebbe una tua piccola attenzione
Per riscattarmi da questa cupa condizione
Se fingere dovrai in mezzo a tanta gente
A me andrebbe bene non me ne frega niente
Ma tu non ci sei e non mi penserai nemmeno
Mentre solo sto qui a bere il mio veleno
Se solo avessi forza la farei finita
Con un gesto folle spegnerei questa mia vita
Sfogliando il giornale in cronaca locale
Leggerai di un poveraccio finito male
Forse per un attimo guardando la mia foto
Ti tornerà in mente un giorno non remoto
Il volto di chi ti guardò con tanto ardore
Provocando in te un fuggevole stupore
Adesso sono stanco ho voglia di dormire
La radio che parla ma io non sto a sentire
La bottiglia è scolata la lascio andare
Chissà forse domani ti verrò a cercare
Il sogno infranto
Labirinto delle insidie
Fuggi demoni ed arpie
Con la forza del coraggio
Tosto inizia questo viaggio
Sto calando nel mio sogno
Meraviglie vedo intorno
E non credo più ai miei occhi
Riconosco fate e orchi
Che bisticciano fra loro
Per il piombo o il filo d’oro
E la guerra è come un gioco
Dove il tanto è come il poco
Labirinto delle insidie
Fuggi demoni ed arpie
Con la forza del coraggio
Tosto inizia questo viaggio
Con il raggio o con il lampo
In un mondo senza tempo
Io lo giuro son contento
Senza il peso del tormento
Degli eroi canto le gesta
Il galoppo lancia in resta
La difesa dell’onore
Le ragioni poi del cuore
Labirinto delle insidie
Fuggi demoni ed arpie
Con la forza del coraggio
Tosto inizia questo viaggio
Ecco che ormai son sveglio
E gettato sullo scoglio
Da un onda del mar grosso
Do alla vita quel che posso
E con l’animo sognante
Coglierò certo all’istante
Una dritta dal fato strano
Perché il tutto non sia vano
Labirinto delle insidie
Fuggi demoni ed arpie
Con la forza del coraggio
Tosto inizia questo viaggio
La voglia di cambiare
Lavorare, lavorare
Una casa da pagare
Lavorare, lavorare
Le bollette da pagare
Precotti da cucinare
E lo stomaco da salvare
Lavorare, lavorare
E poi andare a cazzeggiare
Con gli amici a ballare
Per riuscire a rimorchiare
Pochi incontri da salvare
Ci son ferite da sanare
Lavorare, lavorare
Ogni mese per pagare
Un assegno alimentare
Chi ho voluto sull’altare
Mi ha mandato poi a cagare
E da solo sto qui a campare
Lavorare, lavorare
E poi a casa ritornare
Bere vino ed affogare
La voglia di sparare
Chi sta li solo a guardare
Senza mai darsi da fare
Lavorare, lavorare
Ma non posso più aspettare
Ho il bisogno di volare
Ho il dovere di cercare
Ho l’urgenza di cambiare
Ho una vita per amare
Cesserò di lavorare
Cesserò di lavorare
Ho il mondo per viaggiare
Voglio ridere e cantare
I miei giorni da rischiare
Cesserò di lavorare
Troverò da mangiare
Un vestito, si, può andare
Una donna da amare
E le stelle da rimirare
Stretti davanti al mare
In silenzio senza parlare
Il vecchio
Sguardo profondo e provato
che il tempo ha già segnato
Ti apri al mondo senza fretta
Sapendo già cosa ti aspetta
Seduto stai sulla panchina
Col fresco lieve della mattina
Son volati gli anni spensierati
Il profumo dei bei giorni passati
Il calore degli amici se n’è andato
E a un ricordo sempre più sfocato
Preferisci sognare quel passato
Che mille volte hai già narrato
Quando finito di lavorare
Un boccone, e via, scappare
Dalla morosa e con la mano
tirarle un bacio da lontano
Galoppava nella notte il cuore
Per un amore voluto con ardore
Ora come sempre solo te ne stai
Il tempo sembra non passare mai
Uno sguardo alla nota della spesa
Tirare avanti è già un’impresa
Ai tuoi figli non chiedi niente
Una visita ogni tanto solamente
Porti a casa la roba da mangiare
Però non c’è più Ada a cucinare
Ti fa compagnia la televisione
A cui non presterai attenzione
E mentre stai ad apparecchiare
Ma qual è la pillola da pigliare?
Finito pentole e piatti da lavare
Il pomeriggio lo passi a riposare
Le gambe gonfie che fanno male
Saranno state tutte quelle scale?
Una lacrima si posa sul guanciale
Un po’ di malinconia non fa male
E’ sera, non hai voglia di mangiare
Una tazza di latte può bastare
Ed il telefono neanche uno squillo
Ti basta poco per essere tranquillo
Le voci dallo schermo ti han svegliato
Vai a letto ma il sonno è già passato
Nel buio della notte stai a pensare
Quanto ti sarà rimasto da campare
Quante tristi giornate tutte uguali
Vorresti spiegare le tue grandi ali
E volare sempre più in alto volare
Lasciare il mondo e non voler tornare